Mare di Ruggine e Punto di fusione
21 Febbraio 2025 @ 19:00 - 23:00
€15Due letture dedicate all’industria: Mare di ruggine, la favola dell’Ilva, e Punto di fusione. Due narrazioni che intrecciano acciaio, memoria e cambiamento, offrendo uno spunto di riflessione sull’eredità lasciata dall’industria italiana. La deindustrializzazione, con le sue profonde implicazioni economiche, sociali e territoriali, sarà al centro di una serata di riflessione e approfondimento.
L’industria, così come l’abbiamo conosciuta, non tornerà
Introduzione a cura del Professor Giulio Mellinato, ore 19:00
Ad aprire l’incontro, alle ore 19:00, avremo l’onore di ospitare il Professor Giulio Mellinato, docente di Storia Economica presso l’Università di Milano-Bicocca, che offrirà un intervento introduttivo volto a esplorare il processo di trasformazione economica che ha segnato l’Italia. Attraverso la sua analisi, il Professor Mellinato ci accompagnerà nella comprensione di una realtà ormai ineludibile: l’industria, così come l’abbiamo conosciuta, non tornerà. Ignorare questo cambiamento significherebbe aggravare le criticità esistenti e lasciare alle generazioni future un’eredità complessa. Tuttavia, la deindustrializzazione può rappresentare anche un’opportunità: sarà necessario immaginare nuove soluzioni e approcci creativi per affrontare le sfide attuali e generare prospettive innovative per il domani.
Mare di ruggine, ore 20:00
Mare di ruggine è una favola che non è una favola. È il racconto di una lunga tradizione familiare, che affonda le radici in cinque generazioni, parallela alla storia della ex-Ilva, oggi Italsider di Bagnoli. Una narrazione che esplora l’unica possibilità di lavoro che la fabbrica ha rappresentato per molte famiglie, in particolare quelle di Napoli, Taranto, Genova e Piombino.
Il testo si inserisce come una riflessione sul diritto al lavoro, sull’identità operaia e sulle lotte di una classe che ha visto la propria esistenza trasformarsi nel tempo, nel bene e nel male, attraverso i cambiamenti sociali, politici ed economici del nostro Paese.
Mare di ruggine racconta anche il declino della fabbrica e l’abbandono che ha segnato una pagina dolorosa nella memoria collettiva. È un’opera che indaga il contrasto tra vita e morte, tra speranze e delusioni, cercando di risvegliare la coscienza collettiva attraverso la denuncia della privatizzazione e dello sfruttamento, un tema che continua a essere di grande attualità.
Sullo sfondo di una società che sembra aver dimenticato il valore delle proprie radici industriali, Mare di ruggine si fa portavoce di un impegno morale e sociale: quello di far luce su una vicenda dimenticata, quella dell’Italsider, e di ridare voce a chi ha vissuto sulle proprie spalle il peso della deindustrializzazione.
testo e regia Antimo Casertano
con Daniela Ioia, Ciro Esposito, Francesca De Nicolais, Luigi Credendino,
Gianluca Vesce, Lucienne Perreca, Antimo Casertano
musiche originali Paky Di Maio
costumi Pina Sorrentino
scene Flaviano Barbarisi
laboratorio scene Giovanni Sanniola
direttore di scena Antonio Chirivino
disegno luci Paco Summonte
movimento scenico Carlotta Bruni
assistente alla regia Alfonso D’Auria
si ringrazia Casa Zen
un progetto Compagnia Teatro Insania
produzione Ente Teatro Cronaca e Solares Fondazione delle Arti
Punto di fusione, ore 21:30
Punto di fusione esplora in profondità la storia della Ferriera di Trieste, simbolo di un’intera epoca industriale, e il suo rapporto con la politica industriale italiana. Lo spettacolo traccia l’evoluzione delle decisioni economiche e politiche che hanno segnato il destino di questo stabilimento, passando attraverso gli errori e le strategie, i progressi e le distorsioni create dal clientelismo. A partire dall’IRI del dopoguerra, il racconto si snoda attraverso il piano Sinigallia degli anni ’60, un momento cruciale per l’industria italiana, fino ad arrivare alle privatizzazioni degli anni ’90 che segnarono il declino di molti settori industriali. La vicenda della Ferriera non è solo quella di un impianto produttivo, ma anche quella del quartiere Servola, che da piccolo borgo di pescatori e agricoltori si trasforma nel cuore pulsante dell’industria triestina, diventando metafora di un’intera nazione che cerca di rispondere alle sfide della modernizzazione e della globalizzazione. La storia della Ferriera, così come quella di Servola, non è solo una cronaca locale, ma un racconto che ci invita a riflettere su un più ampio scenario globale, cercando di riscoprire le radici del nostro passato per orientarci nel futuro. Un futuro che, purtroppo, è già segnato dalle cicatrici lasciate dalla deindustrializzazione e dalle sfide del presente. Con uno sguardo attento alla memoria e alle sue lezioni, Punto di fusione si propone come un invito a riflettere sulle scelte fatte ieri, per non ripetere gli errori di domani.
di e con Diana Höbel
produzione Teatro degli Sterpi
Biglietto intero 14€, ridotto 8€ per soci del Teatro degli Sterpi, soci CUT, over 65, under 18, studenti universitari, soci DDP. Biglietto unico 15€ per assistere a entrambi gli spettacoli. È consigliata la prenotazione a biglietteria@hangarteatri.it o al numero di telefono +39 3883980768.