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Workshop azioni teatrali con Fausto Paravidino – concluso

Una tre giorni con il drammaturgo, attore e regista genovese Fausto Paravidino.

WORKSHOP
Azioni teatrali – (scrivere cose, recitare fatti):

Hemingway scriveva in piedi. Di solito lo si legge da seduti o da sdraiati. Il teatro si può scrivere da seduti o da sdraiati, ma di solito si fa in piedi. In teatro le parole non sono il fine ultimo della cosa, sono l’inizio, sono lo strumento che il drammaturgo ha per fare agitare gli attori. È come se le parole, le battute, il testo fossero il
collo di bottiglia attraverso il quale la vita passa per poi tornare ad essere vita.

La buona pratica attoriale prevederebbe di non fermarsi a chiedersi quale sia il modo più bello o più giusto di pronunciare le battute, ma di capire attraverso le parole che ci vengono consegnate quali sono le azioni che i personaggi fanno e mettere in scena quelle: quelle ‘cose’, quei bisogni, quei rapporti.

Le azioni non sono: va alla finestra, si accende una sigaretta, fa un gesto, stira una camicia. Le azioni sono i vettori che i personaggi seguono dall’inizio alla fine della scena e della commedia, che si modificano entrando in collisione con quelle degli altri e fanno sì che avvenga una trasformazione.

Il teatro è fatto di trasformazioni, non nel senso che un attore fa finta di essere un altro, nel
senso che i personaggi arrivano alla fine della commedia diversi da come erano partiti. E questo più o meno lo sappiamo tutti. Ma non tutti sappiamo tenerlo sempre a mente, non tutti sappiamo farlo anche perché, diciamocelo, nessuno di noi è immune dal desiderio di scrivere opinioni piene di senso e battute divertenti, allora capita che ci
dimentichiamo di occuparci dei bisogni dei personaggi per farci i nostri.


«Passeremo un po’ di tempo a cercare di scoprire cos’è, a fare esercizi di scrittura e di recitazione per ricordarci o interiorizzare meglio cos’è un evento trasformante, cosa vuol dire passare da un punto A ad un punto B, ad imparare a non dire mai: “il bello è che non succede niente, è proprio questo che volevo raccontare” perché, per fortuna, nella vita succede sempre qualcosa, anche quando non si vede bene, anche quando sembra di no, e il teatro è il modo ideale per mettere la lente di ingrandimento sulle “cose che succedono”.» – Fausto Paravidino


A CHI È RIVOLTO:

Il workshop è rivolto ad attori / attrici, scrittori e aspiranti entrambi.


QUANDO e DOVE:

Il laboratorio si terrà venerdì 21 giugno dalle ore 18.00 alle ore 22.00 e sabato 22 e domenica 23 dalle ore 10 alle ore 18.00 (con un’ora di pausa pranzo), presso Hangar Teatri, in via L. Pecenco 10 a Trieste.


MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE:

Gli interessati sono pregati di inviare il proprio cv e una lettera motivazionale a info@hangarteatri.it con oggetto “Selezione workshop azioni teatrali” entro e non oltre le ore 12.00 di domenica 16 giugno 2024.

COSTO:

Il costo del workshop “Azioni teatrali” è di 100,00€ (+10€ di tessera associativa al Teatro degli Sterpi), pagamento tramite bonifico.


CHI È FAUSTO PARAVIDINO

Genovese atipico, Fausto Paravidino cresce e si forma nella bassa provincia piemontese, a Rocca Grimalda (Alessandria), dove ancora vivono i suoi genitori. Inizia a lavorare in teatro prestissimo, già nel 1990, presso l’Associazione Culturale La Soffitta, ad Acqui Terme, dove prepara il saggio di fine anno (“‘Le nozze dei piccoli borghesi”‘ di Brecht) al corso di recitazione.
Con la compagnia di Jurij Ferrini mette in scena numerosi testi di Shakespeare e di Pinter, due grandi amori insieme a Eduardo.
A diciannove anni, nel 1995, torna a Genova e inizia la frequentazione della scuola di recitazione del Teatro Stabile. L’anno successivo, lasciata la scuola, è già a Roma e qui scrive “Trinciapollo”, la sua prima commedia (che, come regista, metterà in scena soltanto nel 1999). Sono anni di esperienze e di sperimentazioni: nel 1998 scrive insieme a Giampiero Rappa “Gabriele”, che mette poi in scena con la compagnia Gloriababbi Teatro e con cui vince il suo primo premio.
Nello stesso anno scrive anche “Due fratelli – tragedia da camera in 53 giorni”, aggiudicandosi il premio Pier Vittorio Tondelli nel 1999 e il premio Ubu come migliore novità italiana nel 2001. Dal teatro, nel 1999, si passa anche al cinema: prima scrive, con Lello Arena e Giampiero Rappa, il testo “Tutta colpa di Cupido”, poi recita in La via degli angeli di Pupi Avati e in Vuoti a perdere di Massimo Costa; infine scrive la sceneggiatura della fiction Rai “‘Caro domani”‘, diretta da Mariantonia Avati.
Nel 2000 comincia la frequentazione del Royal Court Theatre di Londra, inserito nel programma “‘International Residency for Playwrights”‘ e, in Italia, interpreta il ruolo di Gilera ne Il partigiano Johnny di Guido Chiesa e quello di Max in Tobia al caffèdi Gianfranco Mingozzi. Per Guido Chiesa, così come per Michele Soavi, interpreterà altri piccoli ruoli in film successivi (Lavorare con lentezzaSono stati loro: 48 ore a Novi Ligure).
Nel 2004 vince all’unanimità il Premio Gassman per il testo “‘Natura morta in un fosso”‘, scritto nell’anno, il 2001, di “Peanuts – Noccioline” e di “Genova 01”. L’anno successivo esordisce al cinema, prodotto da Fandango: Texas, scritto con Iris Fusetti e Carlo Orlando, che interpreta anche. Il film va al Festival di Venezia e ottiene una nomination per il miglior regista esordiente ai David di Donatello 2006. Sempre nel 2006, è nominato direttore artistico della Rassegna Teatrale Epico di Rocca Grimalda, mentre nel 2007 recita in Signorinaeffe di Wilma Labate, film sulla crisi della Fiat negli anni ’80.
Nel 2008 interpreta il ruolo di Ranocchia nella serie tv Romanzo criminale – La serie, regia di Stefano Sollima, in onda su SKY Cinema. Nel 2009 riappare sulla stessa rete con la miniserie Moana, regia di Alfredo Peyretti, dedicata alla vita di Moana Pozzi, in cui interpreta il ruolo di Riccardo Schicchi.
Nel 2010 legge Ho servito il re d’Inghilterra di Bohumil Hrabal per la trasmissione “Ad alta voce” di Radio3.
Nel 2011 viene messa in scena a Taipei, in Taiwan l’opera tragica di Paravidino La Malattia della Famiglia M a cura del Dipartimento di Lingua Italiana dell’Università Fu-Jen. Nell’estate del 2012 conduce su Raitre FIL – Felicità Interna Lorda, sulla felicità passata degli italiani, con immagini di archivio RAI.